Fervono i preparativi per la serata conclusiva di “Femminile, plurale”, il premio letterario di Allumiere giunto quest’anno alla sua seconda edizione. A tal proposito si è tenuta una conferenza stampa presso la Fondazione Cariciv e a fare gli onori di casa è stata la preside della Fondazione Cariciv Gabriella Sarracco, l’ideatrice del concorso Brunella Franceschini assessore alla Cultura e Pari Opportunità di Allumiere, l’assessore alla Scuola Tiziana Cimaroli e alcune rappresentanti del fantastico gruppo di donne che hanno affiancato la Franceschini in questi due anni nell’organizzazione del Premio Letterario: la professoressa Francesca Tisselli, la fotografa Karin Minerva e Silvia Bastianini.
Per il secondo anno consecutivo la fondazione Cariciv sostiene e sposa questi Premio: “È un progetto importante e di alto livello culturale e siamo orgogliosi di vedere che sta sempre più crescendo e che ha un’altissima partecipazione di scrittrici, di lettori e di estimatori – ha spiegato la presidente della Fondazione – è un evento prestigioso che lo scorso anno ha avuto come madrina la grande scrittrice Dacia Maraini mentre quest’anno c’è la cantante Nada. Sono onorata e fiera di partecipare a questo evento è mi complimento con l’assessore Franceschini e il suo team di eccezionali donne”. L’assessore Franceschini ha invece spiegato così: “Il progetto nasce dalla volontà di creare un evento che potesse unire Cultura e Pari Opportunità. Da qui l’idea di un premio, volto alla promozione della lettura e al tempo stesso una riflessione sul tema della cultura di genere. Il progetto è stato condiviso con un gruppo di amiche e dalla Proloco. La serata finale è chiaramente il momento culminante di un percorso che dura 365 giorni e vede coinvolti un folto gruppo di lettrici e lettori che si è messo in gioco per fornire le valutazioni della cinquina finalista. La seconda fase di valutazione ha visto a lavoro tre giurate d’eccellenza: Carolina Capria (scrittrice e sceneggiatrice), Laura Faranda (Prof.ssa si antropologia culturale all’Univ di Roma La Sapienza) Veronica Ricotta (storica della lingua italiana).
Le tre opere finaliste sono: “La famiglia F.” di Anna Foa, Laterza, “I limoni non posso entrare” di Caciolo-Zanda e “La madre di Eva” di Silvia Ferreri. Quest’anno si è voluto conferire un tono più rock alla manifestazione, cercando di creare un evento diverso dallo scorso anno, ma sempre di grande spessore culturale. Sabato, 26 ottobre, alle 17.30 presso l’aula nobile del Palazzo Camerale verrà proclamata e premiata l’opera vincitrice. La composizione della giuria è stata da poco annunciata attraverso i canali social del premio e non fa che confermare lo spessore dell’iniziativa, capace di far convergere in una piccola realtà di provincia professionalità di alto livello. Innanzitutto un gradito ritorno, quello di Veronica Ricotta, giovane eccellenza civitavecchiese: storica della lingua italiana e dottore di ricerca, è attualmente al lavoro per il progetto lessicografico del Vocabolario dantesco dell’Accademia della Crusca. A lei si è unita, quest’anno, Laura Faranda, professore ordinario di Antropologia culturale presso la Sapienza di Roma ed esperta, tra le altre cose, di antropologia di genere. A completare il terzetto, Carolina Capria, scrittrice, sceneggiatrice televisiva e creatrice della pagina Facebook L’ha scritto una femmina in cui si occupa di letteratura femminile. Gino Saladini torna alla conduzione dell’evento dopo la felice esperienza dello scorso anno. Particolare e originale il concorso e anche il logo non è da meno: un filo rosa su campo bianco, o una lettera scritta a mano, di fretta e in corsivo; se ci si allontana di poco, potrebbero sembrare anche delle donne che si tengono per mano e avanzano camminando. “Il filo rappresentato è quello della memoria, declinata rigorosamente al femminile – spiegano gli organizzatori – l’idea che si intravede è la volontà di dare spazio a racconti di donne, che esplorando singolarmente i temi dell’identità, della consapevolezza e della crescita, possano fondersi in un coro di voci che, nella pluralità, renda giustizia alla complessità. Perché proprio ad Allumiere un premio letterario del genere? Per ragioni storiche e sociali. L’insediamento allumierasco ha sempre visto la donna come perno della comunità, responsabile delle relazioni comunitarie, depositaria della memoria identitaria collettiva. Di qui la volontà dell’amministrazione comunale, in collaborazione con la Pro Loco, di proporre e costruire un progetto culturale capace di far riemergere e mettere in luce alcuni dei tratti fondanti dell’identità locale, facendone anche l’occasione per una riflessione”.